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Sì, Viaggiamo! Oslo e Norvegia con Maurizio di Italy Web Radio

Vivo ad Oslo da anni anche se, per lavoro, ho sempre viaggiato tantissimo. In questo 2020 disgraziato però mi sono ritrovata ferma, non solo con il lavoro ma anche con la vita privata... è stato difficilissimo da accettare. Accettare che non hai più un lavoro che hai creato in decenni di viaggi e studio è stata dura ma molto peggio accettare di non potersi muovere, non poter viaggiare, dover modificare quella vita fatta di “via, prendiamo un areo”... Viaggiare per riabbracciare la famiglia e gli amici, viaggiare per rivedere le mie belle città e per conoscerne di nuove, viaggiare per soddisfare una curiosità che non si placa mai. Poi, dopo mesi, ho scoperto il significato di resilienza. Una novità per me ma che, spero, mi aiuti ad aspettare il ritorno alla mia vita, quella che mi ero scelta. Per fortuna però ci sono i mezzi che ci permettono, seppur lontani, di vedere i nostri cari: chiamate via WhatsApp video con i nipoti, chiamate via Skype con mia mamma (anche se a volte le vedo sol
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Le stagioni di Oslo

Per chi vive il nord ogni giorno, l’alternarsi delle stagioni non è un semplice passaggio ma un cambiamento che non lascia indifferenti, o almeno non lascia indifferenti tutti coloro che hanno trascorso parte della loro vita altrove e poi, per amore o solamente per necessità, si sono trasferiti quassù. Ricordo che quando vivevo in Italia, il passaggio da una stagione all’altra non interferiva particolarmente con lo svolgersi delle azioni abituali, era un passaggio scandito dai ritmi del quotidiano, da una serie di incombenze e dall’avvicinarsi o meno ad un certo tipo di festività. Le cose per me qui sono molto diverse.   I ritmi sono fortunatamente molto rilassati, uno dei tanti motivi che mi fanno preferire questo paese ad altri, ma è la percezione che cambia e l’umore in rapporto ad essa. Oslo ha molti volti, e per una piccola capitale ai margini dell’Europa è già una grande risorsa, tuttavia questi volti sembrano a volte così diversi da darti l’impressione di vivere in città differe

Se un giorno al nord un viaggiatore

Se fosse un suono sarebbe un’eco, se fosse un colore sarebbe verde. E bianco. E blu. E arancio. Se fosse un sapore sarebbe aspro come un frutto di bosco. Se fosse un odore saprebbe di muschio e di mare. Ma se la Norvegia fosse un luogo sarebbe le Lofoten. Perché lassù, lontano lontano dai dolori del mondo il tempo si ferma. Il cuore rallenta. Il mare è ferito improvvisamente da scaglie di monti affilati e gole e sassi. Gocce di terra nell’oceano. Ed è là che la Norvegia nasconde il suo cuore. Che si arrivi via mare, via terra o via aria le isole sorelle spuntano improvvisamente dal nulla, gelosamente celate da muraglie di nubi e spuma di mare. E per godere della loro struggente bellezza ci vuole coraggio e speranza. Il coraggio di chi vuole esplorare e scoprire, del viaggiatore che cerca se stesso e si stupisce ancora del mondo e la speranza che i capricciosi dei del nord concedano un po’ di sole. Perché è in quel momento, quando la luce accarezza i crinali dei monti e si tuffa nelle b

Heia Vålerenga!

  Dopo così tanti anni ad Oslo, se ti piace camminare, il centro della città lo conosci più o meno tutto. Eppure c’è sempre qualcosa di nuovo... o qualcosa di vecchio che ti fa piacere riscoprire. Domenica scorsa, armata di scarpe da tennis, pantalone comodo e zainetto con capienti borsoni di plastica, sono partita alla volta di quella che doveva essere la raccolta di ciliegie del secolo. E’ bastato tempo di vedere i ciliegi di cui il mio amico Massimo mi aveva tanto parlato e capire che qualcosa non andava: a parte che si trattava di alberi in giardini privati - sono ormai passati anni da quando andavo a rub... ehm... prelevare ciliegie - quelle foglie non mi convincevano. Il tempo di assaggiar la prima e ho capito che non mi sbagliavo: rosse sì, ma agre come un limone acerbo. Massimo non ci voleva credere, così ne abbiamo praticamente assaggiata una per albero beccandoci anche un urlo da un proprietario. Chissà che risate si è fatto quando ha visto la mia espressione dopo aver assagg

La parte romantica di Oslo - Damstredet

Venti anni fa arrivavo ad Oslo per la prima volta, al solito curiosa come una scimmia. Mi ha accolto una cittadina molto diversa da quello che mi sarei mai immaginata, fatta di gente spensierata e sorridente. Una città per la sua espansione, un paesone per il numero degli abitanti.  C’è ne sono stati di cambiamenti in questi anni, non tutti positivi a dire il vero... ma di questo ne parleremo un giorno davanti ad un caffè, magari ☕️ Oslo è adesso una città in continuo cambiamento. Ci sono cantieri ovunque! Il disegno è quello di avere una città nuova, moderna, all’avanguardia e direi che ci stiano riuscendo. Il problema è che, in una città così moderna, non è semplicissimo vedere quella che è la Norvegia più bella, quella delle fiabe fatte di casette di legno colorato che paiono quelle delle bambole. Per fortuna, però, rimangono dei piccoli tesori nascosti che ancora emanano il calore della vecchia città, quartieri fuori dalle attrazioni più conosciute. Fuori da quelle che sono le

Il canto dell’anima

Ci sono posti unici nel mondo dove si torna e si ritorna, senza mai stancarsene. Come non desiderare infinite sfumature di blu e di verde, il canto della cascata di fronte che fa eco e si confonde con quello dell’anima, all’unisono? Meravigliosa la mia Norvegia dei fiordi

Sai babbo, qui a sciare ci si va in metropolitana...

Sono una donna che da bambina non è mai andata a sciare. Amavo la neve ma, purtroppo, non abitavo in montagna o vicino a stazioni sciistiche. C'era la settimana bianca che veniva organizzata ogni anno dal Cral dell'Enel con gradi agevolazioni ma io non ero figlia di un dipendente: mio babbo faceva il fornaio e non poteva pensare di mantenere due figlie in settimana bianca. Sono quindi cresciuta senza mai imparare a sciare.  La mia prima volta sugli sci è stata quando ero oramai già all'Università, troppo grande per imparare con facilità. Avevo un moroso che amava fare la settimana bianca e, lavorando, avevo i miei soldini da poter spendere per andare in montagna. Avevo comprato una tuta da sci gialla che pareva sciasse da sola da quanto era bella! Peccato che così non fosse... e la mia prima volta si è trasformata in un incubo. Il primo giorno ho preso il maestro con il gruppo e non ho fatto grandi progressi. Allora, per il giorno seguente, ho prenotato una lezi