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Heia Vålerenga!

 



Dopo così tanti anni ad Oslo, se ti piace camminare, il centro della città lo conosci più o meno tutto. Eppure c’è sempre qualcosa di nuovo... o qualcosa di vecchio che ti fa piacere riscoprire.

Domenica scorsa, armata di scarpe da tennis, pantalone comodo e zainetto con capienti borsoni di plastica, sono partita alla volta di quella che doveva essere la raccolta di ciliegie del secolo. E’ bastato tempo di vedere i ciliegi di cui il mio amico Massimo mi aveva tanto parlato e capire che qualcosa non andava: a parte che si trattava di alberi in giardini privati - sono ormai passati anni da quando andavo a rub... ehm... prelevare ciliegie - quelle foglie non mi convincevano. Il tempo di assaggiar la prima e ho capito che non mi sbagliavo: rosse sì, ma agre come un limone acerbo.

Massimo non ci voleva credere, così ne abbiamo praticamente assaggiata una per albero beccandoci anche un urlo da un proprietario. Chissà che risate si è fatto quando ha visto la mia espressione dopo aver assaggiato l’ennesimo frutto, il più aspro della fila!

Devo ammettere che ci siamo rimasti male... ma la domenica pomeriggio era agli inizi ed il sole era alto, caldo. Una domenica da mare qui ad Oslo, di quelle dove capisci che è davvero agosto. Potevamo lasciarci scoraggiare?

Abbandonata l’idea delle ciliegie ci siamo quindi lanciati alla ri-scoperta del quartiere di Vålerenga. Non potevo non approfittare della conoscenza e dell’entusiasmo di una guida ufficiale come Massimo! E dalle ciliegie siamo passati alle finestre, ai fiori, alle palazzine in stile liberty, alla caserma dei pompieri di inizio secolo scorso, alle file di casette colorate in legno e alti palazzi colorati (dove per alti si intendono massimo quattro piani), ai gatti in coma dietro alle finestre... senza dimenticare che qui ha la sua sede anche il Vålerenga Football: la società calcistica norvegese, fondata il 29 luglio 1913, che gioca nella Eliteserien, la massima divisione del Campionato norvegese di calcio.

Una passeggiata proseguita poi verso Kampen... ma questa è un’altra storia









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