Venti anni fa arrivavo ad Oslo per la prima volta, al solito curiosa come una scimmia. Mi ha accolto una cittadina molto diversa da quello che mi sarei mai immaginata, fatta di gente spensierata e sorridente. Una città per la sua espansione, un paesone per il numero degli abitanti.
C’è ne sono stati di cambiamenti in questi anni, non tutti positivi a dire il vero... ma di questo ne parleremo un giorno davanti ad un caffè, magari ☕️
Oslo è adesso una città in continuo cambiamento. Ci sono cantieri ovunque! Il disegno è quello di avere una città nuova, moderna, all’avanguardia e direi che ci stiano riuscendo. Il problema è che, in una città così moderna, non è semplicissimo vedere quella che è la Norvegia più bella, quella delle fiabe fatte di casette di legno colorato che paiono quelle delle bambole.
Per fortuna, però, rimangono dei piccoli tesori nascosti che ancora emanano il calore della vecchia città, quartieri fuori dalle attrazioni più conosciute. Fuori da quelle che sono le mete che tutte le guide turistiche riportano sulle loro pagine. Ed è forse proprio questo che le rende così speciali.
Incastonata come un diamante prezioso di un antico anello, Damstredet si trova a pochi passi da Vulkan, uno dei nuovi quartieri della movida cittadina. In poco più di 160 metri di ciottolato nel cuore della città, fra Akerveien e Fredensborgveien, si trovano una ventina di basse case in legno molto ben conservate ed abitate dagli inizi del 1800.
Lasciandosi alle spalle il cimitero monumentale di Vår Frelsers gravlund (dove sono sepolti, fra gli altri Bjørnstjerne Bjørnson, Henrik Ibsen ed Edvard Munch) la prima casa sulla vostra sinistra sarà Solberg, la più famosa e storicamente importante fra le case che qui rimangono (attuale indirizzo Damstredet 1). Costruita nel 1756 dallo scultore Ole Meyer, fu poi rilevata da suo nipote Andreas Hansen Meyer, anch’egli scultore, nel 1767. Suo figlio Ole invece, altro scultore, fece erigere un nuovo edificio nel 1838. Il suo amico, autore e poeta Henrik Wergeland, appena sposato si trasferì qui, dove trascorse due dei suoi anni più produttivi prima di trasferirsi nella Grotta nel 1841. Solberg divenne in seguito la dimora dell'architetto Heinrich Ernst Schirmer, e in seguito del maggiore generale e ministro della difesa (1868–1872) Nils Christian Irgens.
Incastonata come un diamante prezioso di un antico anello, Damstredet si trova a pochi passi da Vulkan, uno dei nuovi quartieri della movida cittadina. In poco più di 160 metri di ciottolato nel cuore della città, fra Akerveien e Fredensborgveien, si trovano una ventina di basse case in legno molto ben conservate ed abitate dagli inizi del 1800.
Lasciandosi alle spalle il cimitero monumentale di Vår Frelsers gravlund (dove sono sepolti, fra gli altri Bjørnstjerne Bjørnson, Henrik Ibsen ed Edvard Munch) la prima casa sulla vostra sinistra sarà Solberg, la più famosa e storicamente importante fra le case che qui rimangono (attuale indirizzo Damstredet 1). Costruita nel 1756 dallo scultore Ole Meyer, fu poi rilevata da suo nipote Andreas Hansen Meyer, anch’egli scultore, nel 1767. Suo figlio Ole invece, altro scultore, fece erigere un nuovo edificio nel 1838. Il suo amico, autore e poeta Henrik Wergeland, appena sposato si trasferì qui, dove trascorse due dei suoi anni più produttivi prima di trasferirsi nella Grotta nel 1841. Solberg divenne in seguito la dimora dell'architetto Heinrich Ernst Schirmer, e in seguito del maggiore generale e ministro della difesa (1868–1872) Nils Christian Irgens.
Passo spesso da questa stradina adesso che ho la fortuna di non abitare lontano. Quel tripudio di colori, il ciottolato, i bellissimi fiori coltivati nei minuscoli giardini davanti a queste abitazioni... è un piacere per gli occhi e per il cuore, credetemi! Se poi avete la fortuna di beccare una di quelle giornate di sole dove la magica luce del nord rende tutto ancora più fiabesco, per pochi minuti vi sembrerà di muovervi all’interno di una favola nordica.
Lykke til!





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